Rivkele di Shabesdike: riflessioni musicali sul dramma della Shoah

La flautista Cecilia Vendrasco ed il sassofonista Pietro Tonolo propongono un concerto volto all’esecuzione musicale di partiture che rappresentino, toccando sfere emotive ed intellettuali diversificate, strumenti di riflessione sulla Shoah.
Il concerto vuole pertanto declinare, lungo traiettorie distinte ma complementari, una sorta di “racconto musicale” che partendo dagli influssi della tradizione ebraica nella musica del primo novecento (Deux mélodies hébraïques di Ravel) si soffermi poi a raccontare le storie di vita di compositori che hanno visto stravolgere la loro esistenza per l’emanazione delle leggi razziali: Castelnuovo Tedesco fu costretto ad espatriare, Castiglioni si dovette nascondere e  convertirsi al cattolicesimo.
La linea narrativa intende poi procedere nella rielaborazione di canzoni scelte per la pregnanza delle storie che raccontano: Rivkele di shabesdike (Rebecchina del sabato) evoca l’irruzione delle SS nel ghetto di Bialystok in Polonia nel 1942: centinaia di uomini vennero deportati nei campi di concentramento lasciando mogli e fidanzate sole nel giorno dello Shabbat. La struggente Ninna Nanna che Ilse Weber insegna ai bambini internati nel campo di Theresienstadt, recita “Ninna nanna, Ninna nanna, riposa, riposa ora la terra è silenziosa non un suono del tuo sonno, calma e dolce è questa quiete”. Ilse Weber aveva 39 anni quando venne internata nel campo di Theresienstadt col marito Willi e il figlio più piccolo Tomas. Ilse era già una famosa scrittrice di libri per l’infanzia ed è lei stessa a chiedere di essere impiegata nell’infermeria del campo per curare i bambini, scrivere e cantare filastrocche finché non arriva anche per loro il treno per Auschwitz. Il marito Willi, prima di essere trasferito, seppellisce tutti gli spartiti e gli scritti di sua moglie sotto terra, vicino al capanno degli attrezzi sperando che qualcuno dopo la guerra li possa ritrovare. Non immagina in quel momento che sarà lui stesso alla fine della guerra a tornare al campo e disseppellire le opere di Ilse: tra esse anche questa ninna ninna che Ilse cantò e fece cantare ai bimbi perché inalassero il gas più velocemente.
La proposta concertistica, confidando nella intrinseca capacità della musica di dare al passato una temporalità presente impellente, e volendo sottolineare l’urgenza di un ricordo che profili nuove domande rispetto alla realtà contemporanea, si avvale di rielaborazioni composte espressamente per questo concerto da Pietro Tonolo e Mario Raja.
L’obbiettivo perseguito è quello di offrire variegate cifre stilistiche: l’onirica suadenza della scrittura raveliana contrapposta all’energia ritmica incalzante di Nyman, la riconoscibilità del fraseggio delle canzoni ebraiche contrapposta all’estetica irreverente e asimmetrica di Castiglioni, ed ancora la ricerca timbrica di matrice classica contrapposta alla leggerezza delle sonorità jazz.
Cecilia Vendrasco - Ottavino, Flauto, Flauto Basso
Pietro Tonolo - Sassofono Tenore, Sassofono Soprano, Flutax.